IL FAUNO DANZANTE

Arte, Moda, Danza

Casa Museo Fondazione Paolo e Carolina Zani

12 settembre – 30 novembre 2025

“Il Fauno è la più bella statua che si trovi”

Massimiliano Soldani Benzi al principe di Liechtenstein (Johann Adam Andreas I), 1695

 

Dall’accostamento di porcellana, bronzo e gesso barocchi e tessuti haute couture nasce la mostra IL FAUNO DANZANTE

Arte, Moda, Danza che nella Casa Museo della Fondazione Paolo e Carolina Zani, celebra l’incontro tra moda e scultura, attraverso il fil rouge della danza.

Il progetto, con la curatela di Massimiliano Capella e Cristina Maritano e la collaborazione di Giovanni Carlo Federico

Villa e Mario Brancati, raduna quattro esemplari scultorei del Fauno danzante, accanto ad una selezione di costumi di

scena ideati da leggendari artisti, couturier e costumisti, da Pablo Picasso a Roberto Capucci, e indossati da miti del

balletto mondiale come Carla Fracci, Roberto Bolle e Rudolf Nureyev.

 

Nella sala dedicata alle temporary exhibitions, il Fauno danzante (1748 ca) delle raccolte torinesi di Palazzo Madama, è il perno a partire dal quale si svolge il racconto della fortuna iconografica di un modello, quello del Satiro con kroupezion, tra i soggetti maggiormente apprezzati dai cultori dell’antichità a cavallo tra sei e settecento.

L’opera, in porcellana dura, fu realizzata su modello di un marmo romano del I secolo a.C. conservato nella Tribuna di

Firenze (nucleo originario del Museo degli Uffizi), a sua volta replica di un esemplare ellenistico del II secolo a.C.

La scultura – composta da più parti, modellate, cotte e invetriate separatamente, con le giunzioni mascherate da

elementi come i bracciali o il serto di rami e foglie che cinge i fianchi – ci riporta alla Firenze di Cosimo III De’ Medici,

quando si fece largo la questione della tutela delle opere nella Tribuna, continuamente maneggiate per trarne calchi.

 

Dopo aver sperimentato la tecnica di produzione di porcellane secondo la tecnica messa a punto dalle manifatture di

Meissen, la Manifattura Ginori, fondata nel 1737 dal Marchese Carlo nella tenuta di Doccia di Sesto Fiorentino, alle

porte di Firenze, iniziò a tradurre in porcellana bianca e in scala al vero, le statue antiche delle collezioni medicee.

Tratto dall’antico marmo romano, e detto De’ Medici perché transitato nell’omonima collezione, è dunque il grande

Satiro danzante, calco al vero in gesso alabastrino proveniente dal Museo Omero di Ancona. L’opera, di produzione

moderna, ci consente di comprendere le più sottili caratteristiche e i dettagli anatomici dell’esemplare antico.

Le dimensioni a grandezza naturale e l’enfasi anatomica data alla torsione dei muscoli e alla mimica facciale, accentuano la resa naturalistica propria dell’Ellenismo. Come anche gli altri esemplari in mostra, in mano reca i cimbali – strumenti musicali composti da dischi in bronzo da percuotere tra loro, mentre la gamba destra poggia sul kroupezion, il sandalo in legno che scandiva il tempo nella danza grazie ad una lastrina di metallo attaccata alla suola.

La Manifattura Ginori produsse anche esemplari di tali sculture in scala ridotta, destinate ai viaggiatori del Grand Tour in voga tra gli esponenti della nobiltà e della borghesia dell’epoca.

È il caso del Fauno che suona le catube (cd. Fauno danzante) del Museo Archivio Richard Ginori della Manifattura di Doccia. L’opera in gesso presenta le tipiche rotture “a taglio” necessarie per la successiva traduzione in porcellana.

A partire dal Seicento iniziarono ad essere realizzati esemplari del Fauno in bronzo e in scala reale mentre, a partire dal secondo decennio del Settecento, si moltiplicarono anche le riproduzioni in bronzo, di piccole dimensioni, delle statue della Tribuna. Nasceva così il fortunato fenomeno dei bronzes d’ameublements, bronzetti destinati alla fruizione domestica, alla cui categoria è ascrivibile il Fauno danzante (prima metà del XVIII sec) delle Gallerie Nazionali di Arte Antica, Palazzo Barberini e Galleria Corsini di Roma. Pur connotata dagli attributi iconografici noti, l’opera presenza lievi differenze coi modelli antichi, riscontrabili nella maggior morbidezza delle linee dei muscoli e dei capelli e nel contenimento del patetismo del volto.

PICASSO, CAPUCCI, FRACCI, BOLLE: L’ALTA MODA INCONTRA LA DANZA

L’allestimento permanente della Casa Museo ospita, nell’occasione eccezionale della mostra, una selezione di costumi

di scena indossati da star internazionali del balletto – Rudolf Nureyev, Carla Fracci, Gheorghe Iancu, Alessandra Ferri,

Roberto Bolle e Denis Ganio – disegnati da artisti, couturier e costumisti altrettanto leggendari.

In linea col tema che titola la mostra, il percorso ha il suo avvio con i Costumi del Fauno e della Ninfa per L’Après-midi d’un faune che Léon Bakst – celeberrimo pittore, scenografo e costumista russo – ideò nel 1912 per i Balletti russi di Sergej Djagilev, indossati in una ripresa del balletto nel 1983 da Carla Fracci e Gheorghe Iancu. Qualche anno più tardi, nel 1986, le due icone della danza furono vestite da uno dei più grandi stilisti italiani, Roberto Capucci, per il Romeo e Giulietta andato in scena all’Arena di Verona. La Fracci, icona della danza che nel 1981 aveva già vestito i panni dell’eroina shakespeariana accanto al Romeo interpretato dal leggendario Rudolf Nureyev (in mostra i costumi di Ezio Frigerio e Mauro Pagano per la messa in scena al Teatro alla Scala), nel 1987 torna ad essere con i costumi ideati da Bakst per danzare sulle note de L’Uccello di Fuoco nel film The Balerinas. Del 1989 è il costume di Luisa Spinatelli indossato sempre da Fracci in Nijinsky. Memorie di giovinezza, mentre del 1990 è quello di Proserpina, firmato Carlo Savi, per l’Orfeo a Palazzo Ducale di Mantova.

 

Padre nobile del Cubismo, Pablo Picasso è l’autore del Costume del Cinese per Parade indossato da Denis Ganio sulle note di Stravinskij. Roberto Bolle vestì i panni di Luigi XIV, il Re Sole, per mano della costumista Elena Mola, mentre i Costumi di Tatjana per Onegin (1992) sono stati ideati da Pierluigi Samaritani e Roberta Guidi di Bagno per Alessandra Ferri, prima ballerina assoluta del Teatro alla Scala. Gli abiti esposti, vere e proprie opere d’arte, provengono dagli archivi di Mario Brancati e della Compagnia italiana Della Moda e del Costume di Milano.

 

LE PORCELLANE EUROPEE DALLA COLLEZIONE ZANI

La collezione permanente della Casa Museo della Fondazione Zani vanta un corpus di circa cinquanta porcellane

europee provenienti dalle manifatture di Meissen, Vincennes-Sèvres, Doccia, Real Fabbrica Ferdinandea di Napoli e

da fabbriche parigine. La mostra è quindi occasione per darne alle stampe il catalogo ragionato che ne documenta e

descrive gli esemplari, quasi tutti settecenteschi, in linea con il gusto della dimora che fu di Paolo Zani e della famiglia e

che oggi offre alla visione del pubblico una delle raccolte d’arte Barocca più rilevanti d’Italia.

Spiccano, per prestigio ed importanza, le porcellane di Doccia: Tre putti con pantera del periodo Carlo Ginori; il Putto

con cartiglio su base rocciosa, parte dei gruppetti “marini” realizzati negli anni Cinquanta del Settecento, e le placche

con bassorilievi celebrativi dell’Inverno e della Primavera, verosimilmente tratte da bronzi di Massimiliano Soldani Benzi

(1656-1740), tra i maggiori interpreti del barocco fiorentino. La pubblicazione dettaglia inoltre i colorati e delicatissimi

fiori di porcellana, presenti su lampadari e appliques, che trionfano nel bouquet montato in un vaso di Sèvres dipinto

da Denis Levé I. Dalla Real Fabbrica Ferdinandea di Napoli giungono Ercole in riposo, probabilmente ispirato ad una

gemma anticamente conservata a Palazzo Farnese, e due Rinfrescatoi con vedute del Regno di Napoli. Di provenienza

francese sono i due vasi della manifattura di Monsieur, decorati con scene in monocromo bruno tratte da dipinti di

Angelica Kauffmann.

 

IL FAUNO DANZANTE Arte, Moda, Danza

a cura di Massimiliano Capella e Cristina Maritano, con la collaborazione di Giovanni Carlo Federico Villa e Mario

Brancati

12 settembre – 30 novembre 2025 – inaugurazione al pubblico venerdì 12 settembre, ore 18.00

ORARI martedì-venerdì: 9-13 sabato-domenica: 10-17

INGRESSO Intero: 12 euro – Ridotto: 10 euro. Elenco riduzioni ed esenzioni: info@fondazionezani.com

L’accesso alla Casa Museo e alla mostra è consentito solo con visita guidata su prenotazione al sito

www.fondazionezani.com, all’indirizzo email info@fondazionezani.com o telefonicamente al numero 030/2520479

CATALOGO Le porcellane europee nella Casa Museo Collezione Zani (Edizioni Paolo e Carolina Zani)

INTORNO AL FAUNO DANZANTE. Conferenze, visite e laboratori esclusivi alla scoperta della mostra temporanea

all’allestita a Casa Museo Zani (Auditorium Casa Museo Fondazione Zani)

18 ottobre 2025, ore 16.00

Il Fauno danzante di Palazzo Madama e la porcellana di Doccia

Cristina Maritano, Palazzo Madama, Torino

25 ottobre 2025, ore 16.00

Il mito del Fauno tra arte e letteratura

Arnaldo Colasanti, Università IULM, Milano

8 novembre 2025, ore 16.00

La moda che danza. Dalla Sartoria Brancato alla Compagnia Italiana della Moda e del Costume

Mario Brancati, Compagnia Italiana della Moda e del Costume, Milano

Massimiliano Capella, Fondazione Paolo e Carolina Zani, Cellatica (BS)

15 novembre 2025, ore 16.00

Il fauno e la ninfa. La fortuna di un antico gesto di danza

Francesca Morandini, Musei Civici di Verona

 

CASA MUSEO FONDAZIONE PAOLO E CAROLINA ZANI

Aperta al pubblico dal 2020, la Casa Museo Fondazione Paolo e Carolina Zani conserva ed espone oltre 1200 opere,

arredi e oggetti d’arte applicata raccolti dall’imprenditore e collezionista bresciano Paolo Zani, in oltre trent’anni di

appassionata ricerca sul mercato antiquario. L’arte barocca veneziana, romana e francese costituisce il corpus

principale della collezione Zani. L’altro nucleo portante della raccolta è quello della pittura veneziana. Ne sono un

esempio i dipinti di Canaletto, Tiepolo, Guardi, Longhi, Boucher, le sculture del genovese Filippo Parodi e romane dei

Della Porta, accanto a preziosi arredi barocchi e rococò principalmente francesi e veneziani e straordinari oggetti d’arte

applicata del XVII e XVIII secolo. Accanto ai capolavori di pittura, scultura e arte applicata custoditi negli ambienti interni

della Casa Museo sono inoltre presenti 400 opere esposte nello scenografico giardino che circonda la villa. La tutela, la

conservazione e la valorizzazione della Casa Museo è lo scopo principale della Fondazione intitolata a Paolo e Carolina

Zani. La Fondazione ha inoltre l’obiettivo di sostenere la cultura in generale, attraverso l’elargizione di contributi specifici

destinati alla formazione dei giovani, mediante l’istituzione di premi e borse di studio.