
NoWay! è un progetto inedito, nato dalla collaborazione tra il fotografo Fabrizio Spucches, Mediterranea Saving Humans e Still Fotografia, con il prezioso supporto del Comune di Milano e del Comune di Rimini, NFC Edizioni, della scuola Penny Wirton Milano, Printable e Yacht Club Rimini.
L’idea di lanciare questo progetto nasce dai tragici eventi del naufragio del 15 marzo 2024 al largo delle coste libiche, che ha causato oltre 50 vittime, tra le quali un neonato. I naufraghi non sono stati soccorsi nonostante le reiterate richieste di aiuto, anzi, sono stati abbandonati in mare conl’imbarcazione in avaria per una settimana. Purtroppo questo è solo uno dei tanti casi di mancata assistenza, che rendono gli Stati europei e l’Unione Europea stessa responsabili di migliaia di morti nel Mediterraneo centrale. Composto da oltre 100 fotografie affiancate da un testo di Enrico Dal Buono, NoWay! vuole scuotere la coscienza dell’opinione pubblica, ormai anestetizzata alla tragica condizione delle persone migranti, che ogni giorno, da troppi anni, muoiono in mare nell’indifferenza generale. Le immagini di Spucches, in cui verità e messa in scena si intreccianofino a creare un contesto così surreale da diventare tristemente reale, mirano a raggiungere il cuore di chi le osserva, per sollecitare una risposta emotiva concreta, in antitesi rispetto allo sciacallaggio mediatico e politico sulla questione migratoria nel Mediterraneo.

Per il lancio della campagna è stata realizzata una performance: una barca priva di equipaggio naviga in mare, alla deriva, circondata da venti gigantografie che galleggiano in acqua. Queste immagini, riprese dall’alto con un drone, raffigurano primi piani di giovani persone migranti che emergono da coperte termiche dorate e che trasmettono, attraverso il loro sguardo, un trauma profondo e irrisolto. Le fotografie, galleggiando nel “cimitero del Mediterraneo”, sono state successivamente recuperate e trasportate a Milano, per essere esposte all’interno della galleria Still.

“Mi ha sempre molto colpito la determinazione di Fabrizio Spucches. Il suo bisogno di vedere corre parallelo alla necessità di capire. La sua fotografia ha il potere di certificare le contraddizioni della nostra esistenza. NoWay! È un progetto visivo che vuole cristallizzare una memoria che, diversamente, rischia di non avere tempo di accumulare tempo.
“Mi ha sempre molto colpito la determinazione di Fabrizio Spucches. Il suo bisogno di vedere corre parallelo alla necessità di capire. La sua fotografia ha il potere di certificare le contraddizioni della nostra esistenza. NoWay! È un progetto visivo che vuole cristallizzare una memoria che, diversamente, rischia di non avere tempo di accumulare tempo. NoWay! riesce ad aggirare l’inganno della fotografia e costringe a prendere atto di una tragedia che riguarda tutti. Nessuno escluso. NoWay! è un invito alla consapevolezza. È la possibilità di esprimere, con coraggio, ciò che oggi appare silente e invisibile.” Denis Curti

“Nel gioco dell’oca, quando sei a un passo dalla vittoria, può capitarti di cadere nella ‘casella dellamorte’ che ti obbliga a tornare al punto di partenza e a ricominciare tutto da capo. Se sei un migrante, dopo avere avuto il coraggio di mollare tutto quello che hai e partire, dopo aver sopportato la prigione e la tortura, dopo essere sopravvissuto all’arsura del deserto e alla violenza del mare, dopo essere stato sfruttato e umiliato per anni nel doloroso viaggio che ti ha condotto in Europa, quando sei a un passo dalla salvezza, quando finalmente respiri la tua bramata libertà e preferiresti morire piuttosto che rinunciarci, può capitarti di incappare in un CPR (Centro per il rimpatrio) ed essere rispedito dritto al tuo Paese di origine. NoWay! avverte che questo non è un gioco.”Fabrizio Spucches

Dopo la performance, è stata lanciata una campagna di comunicazione multimediale su diversi canali, digitali e out of home. Il protagonista della campagna è un ragazzo migrante in piedi su uno scoglio, avvolto in una coperta termica, che tiene in mano una bandiera europea lacerata, simbolo di un’istituzione incapace di affrontare la questione migratoria in maniera efficace e che ogni annolascia morire migliaia di persone nelle acque del mar Mediterraneo. Contestualmente, è stata attivata una raccolta fondi a favore di Mediterranea Saving Humans, unica nave del soccorso civile battente bandiera italiana che organizza missioni di monitoraggio e soccorso nel Mediterraneo centrale. “Quello che accade nel Mediterraneo a poche centinaia di chilometri dalle nostre coste è sotto gli occhi di tutti da anni. Eppure ancora oggi gli Stati e l’Unione Europea vedono le persone in movimento come una minaccia da allontanare costruendo muri di filo spinato e lasciando morire in mare le persone che non hanno avuto il privilegio di nascere nella Fortezza Europa. Per questo, l’arte usata come forma di denuncia e sensibilizzazione è fondamentale per costruire insieme un mondo migliore.”

Laura Marmorale, presidente di Mediterranea Saving Humans“
NoWay! non è solo una mostra, ma un grido di dolore e, soprattutto, un invito a non distogliere lo sguardo, e a non dimenticare, nella tragica follia delle guerre che avvelenano il nostro mondo, i viaggi strazianti dei migranti che continuano a tormentare e insanguinare il Mediterraneo. Le fughe e le violenze subite, le richieste di aiuto ignorate, l’indifferenza e il cinismo con cui, spesso, chi sopravvive viene accolto nei Paesi sull’altra sponda del Mediterraneo devono continuare a suscitare compassione e sdegno, e a essere considerate, da tutti, inaccettabili. Grazie quindi a Fabrizio Spucches, autore delle immagini, a Mediterranea Saving Humans, che continua a svolgere operazioni di salvataggio in mare, e a Still Fotografia, partner fondamentale di questa operazione di speranza e civiltà”. Tommaso Sacchi
NoWay! racconta il percorso che molte persone intraprendono per raggiungere l’Italia via mare, offrendo una testimonianza diretta di chi ha affrontato, deve affrontare o non è riuscito ad affrontare questo “viaggio della speranza”. Il progetto si articola in tre sezioni: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Le prime due, ambientate in Tunisia, riflettono la fase di attesa e la partenza delle persone migranti, mentre la terza sezione, ambientata in Italia, rappresenta il loro arrivo e la speranza, spesso vana, di un futuro migliore. Accompagna il progetto il video della performance con la voce di Pap Khouma e un libro edito da NFC Edizioni con testi di Laura Bosio, Enrico Dal Buono, Denis Curti, Ghali, Sara Giudice, Laura Marmorale, Giulietta Raccanelli e Clio Spucches.
Fotografie di Fabrizio Spucches.
Il progetto sarà visibile nell’ambito della mostra « FOTOGRAFICA BERGAMO FESTIVAL » dall’11 ottobre al 9 novembre 2025,
da venerdì a domenica, dalle ore 10.00 alle ore 19.30
SEDI ESPOSITIVE
Monastero del Carmine, via Bartolomeo Colleoni, 21 Bergamo Alta
Ex Ateneo, Piazza Duomo, Bergamo Alta
Biglietteria unica presso il Monastero del Carmine.




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