Bergamo

Medea figlia prediletta di Bartolomeo Colleoni.

IO, MEDEA.

La leggenda bianca del Rinascimento lombardo.

A Bergamo un importante mostra che in tre percorsi ripercorre la vita, la morte e la leggenda della dama bianca del ‘400: Medea figlia di Bartolomeo Colleoni.

LA STORIA DI MEDEA.

È al termine della sua carriera militare che Bartolomeo giunge nel bosco di Malpaga tra le quali scorge le rovine di un antico castello: lo acquisterà dal Comune di Bergamo e comincerà l’innalzamento e il restauro per crearne la sua dimora.

Bartolomeo Colleoni sposa la nobile Tisma, chiamata Tisbe, dei Martinengo di Brescia, il matrimonio si celebra quando il condottiero aveva già circa una quarantina d’anni.

Da questa unione nascono due figlie femmine, Ursina e Caterina, ma Bartolomeo ebbe ben sei figlie fuori dal suo matrimonio che vennero allevate in casa dalla moglie.

Verso la moglie Tisbe, nobile di famiglia bresciana dei Martinengo della Mottella, portò e dimostrò sempre gran rispetto nonostante, cosa a non dir poco importante per l’epoca, lei non fu in grado di dargli un erede maschio.

Non si sa nulla e nulla è menzionato in alcun documento delle donne amanti e madri delle figlie al di fuori dal matrimonio, nemmeno della madre della tanto amata Medea: Pietro Spino ( 1513- 1585) poeta e biografo italiano, si limita a scrivere che l’acquistò da un’amica.

Si narra che il Colleoni ben poco fu fedele alla moglie in quanto ebbe diversi amori tra le quali la Regina di Napoli Giovanna D’Angiò, sua amante, la quale nel 1424 gli concede il blasone angioino nel proprio stemma.

Di lui scrive una spia inviata da Milano dagli Sforza: “nonostante l’età avanzata il condottiero passa molto tempo a rincorrere le putte!”

Le figlie di Bartolomeo Colleoni nate fuori dal matrimonio con Tisbe sono sei: Isotta, Cassandra, Polissena, Doratina, Riccadonna e in ultimo Medea, la preferita.

Tanto amata dal padre Bartolomeo il quale pianse lacrime sulla  sua tomba.

Medea si narra fosse di una bellezza incantevole, morì a soli 13 anni, non si hanno notizie certe e documentate ma la leggenda riporta che morì di polmonite: al Castello di Malpaga, in un affresco ormai deteriorato, è visibile quel che sembrano due paggi portare una piccola bara sulle spalle, la quale si narra potrebbe essere della figlia del Colleoni.

Non si sa molto né della morte né della nascita di Medea, il biografo Pietro Spino racconta di lei di essere di costumi e lettissimi.

Di certo l’amore per lei maggiore rispetto alle altre  sorelle lo testimonia anche  il fatto che il condottiero le lasciò ben 5000 ducati contro i 1000 delle altre, non solo ma per Medea tralasciò anche gli affari di Stato.

CAPPELLA COLLEONI:

IL MONUMENTO FUNEBRE.

Alla morte di Medea, Bartolomeo Colleoni chiama il giovane scultore Giovanni Antonio Amedeo ( Pavia, 1447- Milano, 1522) che realizza quello che risulta essere il monumento funebre più bello in terra lombarda.

Inizialmente Medea viene seppellita al monastero della Basella di Urgnano ,all’interno della chiesa, ancora oggi vi è un’effigie che racconta la sua presenza.

E nel 1841 per conto del Luogo Pio che si decide di trasferire la salma di Medea dal monastero della Basella di Urgnano alla cappella di Bartolomeo Colleoni, situata nella retrostante Piazza Vecchia di Città Alta, in Bergamo.

Nel convento infatti erano in atto delle demolizioni per conto di un privato che lo aveva acquistato a seguito della soppressione dello stesso nel 1784.

Di estrema bellezza il monumento funebre in marmo rappresenta Medea con un bellissimo abito ricoperto di rose, gli stemmi Colleoneschi, capelli raccolti in ciocche adornate da perle e gioielli, il volto come quello di un angelo dormiente.

Oggi grazie a questa splendida mostra è possibile guardare il monumento funebre dall’alto, salendo una scala posta di fronte alla tomba, in occasione del tutto eccezionale, per via di questa iniziativa.

Gli splendidi dettagli, il ricco abito scolpito dall’Amedeo che però non è l’originale che indossava Medea al momento della morte, il volto angelico sono oggi visibili al pubblico. 

CITTÀ ALTA:IL LUOGO PIO.

Nel Luogo Pio, edificio fondato per fornire una dote alle fanciulle povere, istituito grazie a una cospicua donazione che fece Bartolomeo Colleoni, oggi è possibile vedere anche un lembo di tessuto che nell’ultima ricognizione del 1842, all’interno del sarcofago di Medea, viene recuperato.

Si tratta di un tessuto molto prezioso, un piccolo frammento di seta color rosso scuro/marrone con filati d’oro e d’argento accompagnato da un documento dell’epoca che ne attesta l’autenticità.

Un’altra curiosità e particolarità ivi presente all’interno della mostra, è l’uccellino, compagno di giochi, una rondinella per la precisione, che la leggenda narra morì per il dolore lo stesso giorno di Medea.

Tanto amato dalla figlia prediletta Medea che Bartolomeo decise di farlo inumare all’interno della tomba della figlia: venne creata una piccola cloche in vetro con tanto di colonna portante e cuscinetto in velluto sul quale poggia il piccolo volatile.

Al Luogo Pio è possibile vedere oltre lembo di tessuto dell’abito di Medea e la piccola rondine, la ricostruzione dell’abito e del gioiello, lettere e documenti importanti risalenti a quando ancora ella era in vita, riguardanti i possibili futuri matrimoni con la nobiltà, uno spazio dedicato a Gabriele D’Annunzio con i suoi sonetti ove celebra la sua cara amica Medea e le bellezze della città di Bergamo.

IL CODICE COLLEONI MEDEA E BARTOLOMEO.

L’ultima tappa dopo avere visitato il monumento funebre di Medea, a fianco di quello imponente del padre, nella Cappella Colleoni e di seguito il Luogo Pio, dove potrete trovare due tele importanti che rappresentano il condottiero che veglia la figlia, anche una delle tre tele del Moroni, importante artista bergamasco (una risulta essere al Castello Sforzesco di Milano, l’altra di proprietà dell’Accademia Carrara e l’ultima fa parte di una collezione privata) la quale rappresenta il ritratto di Bartolomeo in corazza.

Importante anche il libro con la raffigurazione di Bartolomeo Colleoni dello Spini, che ne è una biografia dello stesso e molte altri documenti.

In ultimo andiamo dunque a visitare la Biblioteca Civica Angelo Mai, un luogo che raccoglie moltissimi documenti della storia di Bergamo molto importanti tra i quali oggi vi esposto il libro che racconta la vita di Bartolomeo Colleoni, per conto di sua dettatura, scritto dall’umanista Antonio Cornazzano (1473-1474): un prezioso codice miniato che costudisce un’ importante documento storico e letterario che testimonia la vita di Bartolomeo Colleoni.

Il condottiero ospitò il Cornazzano al Castello di Malpaga dal 1468 al 1475.

Il prezioso libro, realizzato in pergamena di ottima qualità, la rilegatura è in seta rossa con ricami in oro e argento, ove al centro si trova lo stemma della Città di Bergamo entro un sole raggiato con la scritta “ Solo nobiltà e virtù”.

Il poeta piacentino raccoglie vita e virtù del celebre condottiere bergamasco, capitano generale della Repubblica di Venezia e raccoglie tutte le informazioni direttamente dalla voce del Colleoni che ormai anziano racconta di sé e della sua vita, delle sue battaglie, delle sue imprese e delle sue virtù.

All’interno del libro vi è una bellissima miniatura a piena pagina dove il Colleoni viene rappresentato fiero a cavallo, con berretta rossa, bastone e corazza sullo sfondo di una piccola città che sembrerebbe Venezia e sotto di un arco con festoni, foglie e frutta. Viene rappresentato all’antica, ovvero di profilo in segno di nobiltà, il volto rappresenta segni e rughe dell’età ormai avanzata.

A Bergamo Bartolomeo Colleoni( Solza, 1395 – Malpaga 1475) fu un eroe, un condottiero dal forte carisma, un padre amorevole verso la propria famiglia,  fece molte opere a favore della propria città che amava.

Oggi pochi ne conoscono le gesta e le virtù, pochi conoscono il bene che ha fatto verso la città di Bergamo, verso i poveri, verso le donne, per i più deboli: con questo articolo e questa mostra importante si voglia celebrare non solo la figura di Medea ma anche il condottiero Bartolomeo Colleoni, figura stimata e che ancora oggi dovrebbe essere tale da parte della nostra città!

Io, Medea.

La leggenda bianca del Rinascimento lombardo.

16 marzo-4 giugno 2023

Bergamo Alta

Ingresso gratuito

Luogo Pio della Pietà ilIstituto Bartolomeo Colleoni- via Bartolomeo Colleoni, 11, Bergamo Alta

Cappella Colleoni-Piazza Duomo, Bergamo Alta

Biblioteca Civica Angelo mai, Piazza Vecchia 15